NONNO TITO E IL NIPOTE DI GOMMA
Date un gavettone in mano a un bambino. Lasciate che sia libero di fare ciò che vuole con quel gavettone. Ecco, probabilmente entro pochi secondi, o vi sarete fatti una doccia improvvisata della portata idrica di un pugno o quella doccia se la sarà fatta qualcun altro.
Non funziona così con quell’ottantenne di mio figlio. Nonno Tito, l’altro giorno, infatti, a una festa al parco ha riempito un gavettone. Lo ha usato per schizzare qua e un là con la boccuccia aperta (“Così non si rompe e non *sprechiamo* gomma”, capite il livello). Poi, una volta fattoselo chiudere, ha cominciato a tenere quel pestante palloncino d’acqua come se fosse un bebé. Ci parlava, lo accarezzava, lo soppesava meravigliandosi della crescita, gli ha anche disegnato occhi e bocca. Eccone una simpatica diapositiva:
A seguito del richiamo della buonanotte, lo ha sistemato in un lettino fatto di stracci e ha anche approntato un cuscinetto fatto con il mio guanto dello scrub. “Mi raccomando, mamma, non disturbarlo, deve dormire, è piccolo”.
Il giorno dopo, la prima cosa che ha fatto è stata andare da lui a svegliarlo e dargli da mangiare. “Come stai? Hai dormito bene? Vieni qui che ti faccio fare un giretto”.
Ova lo guardava con disapprovazione dopo di che si è sentita un po’ esclusa dalla diede nonno/neonato e ha voluto a sua volta un gavettone da coccolare. Gliel’ho fatto. E’ esploso dopo due minuti di gioco. Sul divano. I cuscini non sono chiaramente né sfoderatili né removibili.
FAIRPLAY
I due giocano con due tappi di plastica che fanno la lotta.
Ova: “Chi vince?”
Nonno T: “Io!”
OVA: “No, vinco io!”
Nonno T: “No, vinco io!”
Ova: “Va bene. E come vinci?”
Nonno T: “Vinco che faccio un salto mortale e piombo sulla tua testa così e poi SBRAM SBRAM SBRAM con la spada laser ti attacco ma tu ti difendi e ti abbassi, schivi due spadate ma la terza la prendi. Va bene?”
Ova: “No, anche la terza la schivo ma poi tu fai un giro in aria e senza che mi accorgo mi dai una spadata sulle corna”
Nonno T: “Ah bello, sì”.
Il Fairplay non è da tutti. L’importante è fare una bella scena.