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Non so scrivere recensioni ma so leggere libri

La mia amica Paola (autrice di “Ero una brava mamma prima di avere figli”) ha pubblicato un altro libro, il terzo: “Straziami ma di tofu saziami”, scritto a quattro mani con un’altra Paola che racconta una storia che ha dell’inverosimile eppure è ispirato a una storia vera.

Cover Maraone-La RosaTOFU300dpi

La vicenda narrata parla di una trentenne diventata vegana per amore di un vegano minimalista un po’ strambo e profondamente idealista. Una storia apparentemente innocua.

“LisaElisa…” Paola mi chiama così, con la sua voce leggera sempre velata di ironia, simulando un forzato accento inglese, per un antico gioco Italian-English nato ai tempi in cui io e lei si viveva insieme in una casa senza riscaldamento.

Dicevo.

“LisaElisa questo è un libro adatto a te!”.

Presto detto, ordinato il libro, arrivato libro e letto libro.

Non so scrivere recensioni in quanto non sono una critica letteraria e brancolo annaspando nella melma dei miei personalissimi gusti quando devo dire se un libro è bello o no (e quindi non riesco a dirlo se non “secondo me”) ma stavolta è necessario spendere due parole che vadano oltre il gusto personale.

“Straziami ma di tofu saziami” fa ridere, fa ridere tanto ma non solo. Commuove scavando solchi di tenerezza in alcuni momenti della storia che è una storia di vita tanto milanese “dietro l’angolo” ma anche tanto eccezionale. E’ scritto bene perché non inciampa e le parole seguono un ritmo ovale che si lancia, vola, fa una piroetta e ritorna spostato un po’ più in là del punto di partenza. Va avanti piano, scivolando facilmente. E’ una storia che non ha né buoni né cattivi e che si snoda in vere sfumature di colore. Le vicende hanno quel dolcissimo odore di debolezza umana che a me piace tanto. Mi ha colto spaesata nella consapevolezza di quanto, alcune persone (io?), sono capaci di adattarsi per amore, cambiare abitudini e arrendersi davanti al fatto che questo, in piccole dosi, sia deliziosamente avventuroso.

E’ un libro dedicato ai bambini, è un libro buono che non trancia giudizi. E’ un libro che informa e avvicina.

Auguro a tutti di leggerlo perché, una volta chiuso, ne vorresti vedere il film per incontrare nuovamente i suoi personaggi e dare loro un volto.

Grazie Paola (e grazie anche all’altra Paola). Ma anche grazie ad Alice, a sua sorella, a Nonna X, Olmo, Francesco e grazie al meraviglioso Diego che, protagonisti fittizi di una storia vera, mi hanno rapito facendomi divorare il libro in meno di 24 ore e facendomi accorgere che, nonostante non sappia scrivere recensioni, so ancora leggere libri.

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Le donne reggono il mondo

Ho ricevuto un invito dalla Cooperativa Chico Mendez, quella del mercato equo e solidale.

L’evento, che si svolgerà domani, 8 marzo, si intitola “Le donne reggono il mondo“, organizzato per la presentazione del libro “Le donne reggono il mondo. Intuizioni femminili per cambiare l’economia”.

A parte il libro che sarà sicuramente interessante e il mio totale appoggio alla microeconomia, al mercato equo solidale e alla Cooperativa Chico Mendez, oltre il fatto che sicuramente l’8 marzo forse qualcuno di porterà delle mimose ma forse anche no, oltre al fatto che ci sono molte donne meno fortunate di me (e altre, poche, più fortunate), tralasciando il concetto che ogni evento che stimola riflessione sull’8 marzo e sulla morte delle 129 operaie della fabbrica di New York che ha dato origine alla festa internazionale della donna deve essere tenuto in alta considerazione… ecco nonostante questo, quando ho letto il titolo dell’evento mi è salita alle labbra una frase spontanea, come la lava di un vulcano in eruzione che qui voglio scrivere a lettere cubitali…

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Io pulo o puli tu?

Soffro di aspettativa sociale.

Tutti che mi dicono: “Oh che bel blog”, “Oh quanto sei brava!”, “Ma perché non scrivi un libro?”. E io che più mi si dice così, più mi sento il blocco dello scrittore.

Di libri sulle disavventure delle mamme odierne divise tra lavoro, figli e casa ne sono usciti almeno due, egregi. Uno è quello di Paola (Maraone): “Ero una brava mamma (prima di avere figli)”. E già che siamo in vena di pubblicità alle amiche della famigghia, vi consiglio anche il suo secondo libro “Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da Sex and The City”, un libro umoristico e divertente (a tratti davvero comico) che snocciola scomodissime verità sui turbolenti, viziati punti di vista femminili sul mondo, quando si superano pericolosamente i 35 anni. Parla anche di me, in un capitolo e alla fine fa emozionare anche un po’. Senza dire il nome. Misericordiosa Paola.

Detto questo, ho iniziato in questi giorni almeno 3 post, tutti mirati al ritrovamento di una risoluzione umoristica delle giornate che mi hanno visto attrice non protagonista della mia stessa vita. Ci credo, ho in piedi mille progetti e una disperata ricerca di lavoro ma nulla pare smuoversi! E i racconti che escono da giornate così, sono talmente tragicomici che mi viene da farmi pat pat sulla testa da sola. Non voglio farvi pena, non ce n’è, ma fino a oggi, nulla da ridere!

Quindi, blocco scrittura blog.

Poi, improvvisamente, in questa aridità creativa massacrante per me, Ova, che in questi giorni sta a casa  in attesa di essere inserita alla materna, dice una cosa meravigliosa, con fare da maestrina: “Mamma, vadda quante bricioline petterra, dammi la ccopa che pulo io. O le puli tu?”.

Una cosa così cambia la giornata, non credete?

Fine del blocco dello scrittore! Inizio dell’era della ccopa che pula.

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Ti voglio bene… perché sei come Van Helsing

Quest’estate io e mio marito abbiamo deciso di leggere Dracula.

Non una delle mille rivisitazioni di storie di vampiri bensì il romanzo originale di Bram Stoker, quello di spessore (anche fisico), quello di fine ‘800, dove il Conte è vecchio e repellente e spaventoso, non fico come Brad Pitt, dove Mina è una brava donnina, giovane e religiosa e particolarmente perspicace, dove a Jonathan a metà storia, vengono i capelli bianchi dallo spavento… E poi c’è lui, il mito: Van Helsing! Lo psichiatra religioso appassionato di antropologia, l’ammazza vampiri sapiente su tutte le superstizioni dei rumeni, dipinto da meravigliose pennellate narrative inequivocabili. Io e il Pata siamo entrambi d’accordo, Van Helsing è il personaggio chiave del romanzo, è colui che dà la direzione ai protagonisti e che ne sa a pacchi di vampiri, paletti, crocefissi ecc ecc. Continua a leggere