Primo giorno di scuola

“Prima A!

Abdel Mustafà

Arafat Aisha

Bibez Morena

Carletti Tito

Cocimilova Galina

D’Alì Alà”

E poi altri 20 di cui altri 3/4 italiani, si sono avvicinati alla dirigente della scuola del libro cuore. Sì perché la scuola “Duca degli Abruzzi”, la scuola dove va Psycho, è una scuola antica. Devo ancora chiedere di che epoca sia ma è di quelle cantoniere che hanno l’ingresso che fa angolo, con il portone immenso, gigante. I muri esterni sono decorati da piastrelle con disegni rossastri. E sul portone c’è scritto “SCVOLA COMVNALE DVCA DEGLI ABRVZZI”.

Quando la scuola non era statale ma COMVNALE.

Quando la scuola elementare era un luogo d’onore, un luogo considerato un importante passo verso la conoscenza. E per molti era un privilegio.

Insomma, Psycho e i suoi amici multicolore sono stati accolti da altrettanti ragazzini di quinta elementare.

“Ora i piccoli con i propri tutor possono avviarsi in classe accompagnati dai propri genitori”

“Memme, hai capito? Dovete venire anche voi!” Sussurra (urlando) Psycho.

“Lo so, Psycho, lo so, so tutta la coreografia a memoria, ti seguiamo!” Rispondo sussurrando (urlando) io.

Il tutor di Psycho è Nicola, un biondino con la cresta estremamente tronfio di gestirlo. Lo gira, lo spinge, lo frena ora dandogli la mano ora muovendolo direttamente dalle spalle. Finché non lo porta dritto alla sua classe.

Sono entrati tutti lì, fagocitati dalla porticina verdastra; con il grembiulino: maschi nero e femmine bianco, come quando ero a scuola io. Mancavano solo i fiocchi blu e rosa… meno male, non c’erano.

Insomma, ad un certo punto vado al banco di uno Psycho un po’ spaesato ma tutto sommato tranquillo per dargli un bel bacio e poi mi allontano per concerdermi una panoramica degli individui in miniatura con cui mio figlio condividerà otto ore della sua giornata cinque giorni a settimana. I prossimi cinque anni.

E mi si apre un mondo. Li vedo tutti lì, dietro i loro banchi. Hanno la faccia di tutti i bambini di sempre. Dei bambini che sono al loro primo giorno di scuola di tutti gli anni trascorsi e di quelli che verranno. Dei bambini del Libro Cuore, al primo giorno di scuola. Ci sono Franti e Garrone. E sono marocchini. E le loro facce, le loro facce sono le facce di tutti i bambini che si trovano in una situazione nuova e importante al contempo. C’è chi piange, chi tace, chi si guarda intorno spaesato. Chi è felice solo con la mamma o il papà. Sono bambini che sono andati al nido e alla materna, come il mio e sono quindi abituati al distacco, eppure sono in un momento di-stacco vero, di crescita importante e lo sentono. Sento tanto calore, vedo tante mani piccole che stanno su banchi minuscoli. Almeno una quarantina di piedini che si agitano vicini ai quattro gambini del banco.

Vedo tanta bellezza.

E io, quando vedo la bellezza, piango di gioia.

Non è solo il primo giorno di scuola di Psycho perché nella scuola del Libro Cuore il tempo sembra essersi fermato e ripetersi all’infinito.

7 risposte a "Primo giorno di scuola"

  1. mi hai commossa anche a me, Annalisa!! Ma è Vito che fa la prima?? Pensavo Anita di quest’età… Psyco non è il primo? Bacio, Kati ( a tutti voi, come sempre! )

  2. quanta poesia lisa, che meraviglia..
    pensa che tra una settimana quelle manine e quei piedini distruggeranno l’aula e il delicato equilibrio emotivo tipico delle maestre delle elementari..e tutto scorre..

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