Cascina Ova

Siamo stati invitati a un matrimonio quattro giorni prima del medesimo. Doveva essere una cosa intima ma poi… ma poi. Neanche vicino, inoltre: a Parma.

Ci siamo quindi trovati a piazzare baracca, burattini e nanetti ai nonni, in quel della campagna del Tortonese dove Robertino ed Er Brunen trascorrono quasi ogni fine settimana della loro vita.

Ci dirigiamo quindi verso Parma. Solo che, ad un certo punto, il rimbambimento coatto da ambrosia del Patato ci fa sbagliare strada (verso Novara invece che verso Piacenza) portandoci a uno svincolo che ci lascia a bocca aperta.

Lo superiamo ma ci troviamo a inchiodare, sgranare gli occhi attoniti e tornare indietro per capire se si tratti un miraggio o un’allucinazione:

“Che facciamo Patato? Il matrimonio può aspettare! Non capita mica ogni giorno di trovare l’indicazione per un paese che si chiama come il soprannome di sempre della nostra diletta e ovale figlia”.

Andata! Si svolta a destra e immantinente ci si trova inghiottiti dalla campagna della Valle Scrivia.

Campi arati…

Campi di cipolle…

E ancora campagna…

Tanto che pensiamo di esserci persi, finché non arriviamo ad una strada dal nome familiare…

Che ci fa capire di essere sulla rotta giusta. Poco dopo, infatti, eccoci arrivati a destinazione!

Ova è un aggolmerato di cascine antiche, in parte ancora utilizzate, in parte in disuso e in rovina. Bellissimo.

Ci troviamo catapultati in un caldo settembre di inizio ‘900: in mezzo ai figli dei contadini che giocavano a rincorrersi tra un cortile e l’altro, c’era una dolcissima bambina bionda di tre anni e mezzo con i piedi rosa così grassi da sembrare quelli di un porco.

Nessuno sapeva di chi fosse figlia, era arrivata così, un giorno, per i fatti suoi.

Quella bambina era soprannominata Ova Soda per la sua forma tonda e morbida.

Poi, un giorno, così come improvvisamente arrivò, quella bambina svanì, inghiottita dal nulla (solo noi sappiamo che, sempre per i fatti suoi, senza essere stata programmata, si concretizzò di molto rimpicciolita nella pancia di una ragazza che abitava in provincia di Milano nell’aprile 2007. Per poi nascere, grassoccia già dal primo giorno, nel gennaio del 2008).

E in ricordo di quella bella bambina, gli abitanti della cascina decisero di dare un nome comico al loro piccolo mondo di lavoro, cipolle, alberi e balle di fieno.

Cascina Ova.

9 risposte a "Cascina Ova"

  1. eh ma lo sai ci hai messo troppi ingredienti romantici (per me) in questo aneddoto!!
    poi tu e il Pata siete troppo belli insieme (ma era quello del post precedente, lo stesso della bici di sua sorella intendo? … si era lo stesso!! splendidi)
    comunque tempo fa dissi allo Ste “dobbiamo dire aI Lisas che esiste un paesello che si chiama OVA!!”
    fortuna che mi sono dimenticata di dirtelo, così lo hai scoperto da sola (che bello scoprire le cose!!!)
    ti lovvo

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