Tragedy (Doveva essere un falò invece era un divano)

Ecco come è andata ieri sera.

h. 18.30 DRIIIIIN

“Codi? Allora, usciamo alle otto e un quarto quindi arrivo a cena presto così poi andiamo, sono già d’accordo con i miei, lasciamo i bambini e andiamo al falò!”

Ore 19.20: Cena pronta, bambini stanno mangiando, il Pata citofona, si distraggono, scendono da tavola, vanno incontro al papà “Bambini finite di mangiare!” niente da fare. A fatica, li risiedo.

Ore 19.30: Campanello della porta. Robertino (mio suocero) con aria severa entra in casa. Robertino non è capace di parlare normalmente. Lui quando dice qualcosa, deve sgridare. E’ il suo modo, gli vogliamo bene così.

“Annalisa allora, qui nella planimetria dell’appartamento ho studiato un po’ di soluzioni. Visto che domani hai l’appuntamento con l’architetto, penso che sia opportuno che invece di andare al falò, veniate di là da noi a parlarne. Lo dico per voi, sono i vostri interessi. E’ ora di crescere bla bla bla già siete fuori tutto il giorno questi poveri figli li lasciate anche la sera bla bla bla”.

Chiaramente i bambini scendono nuovamente dal tavolo per giocare con il nonno “Bambini, a tavola!”. Il nonno esce, i bambini si risiedono. “Pata, dopo cena andiamo a parlare”.

“Sì, dai, comunque non c’è bisogno che saltiamo il falò, al massimo invece di vedere l’accensione, vediamo il falò già appiccato ma almeno lo vediamo, magari per le 9 – 9 e mezza riusciamo ad essere fuori.. dai dai dai”

h.20. 15 Tutta la famiglia si trasferisce a casa Robertina, verso la tragedia imminente.

h. 20.30 Siamo ancora di là a parlare di soluzioni impossibili per un appartamento nel quale vorremmo farci stare tutto e in cui ci starà ben meno di quello che ci sta in quello che occupiamo adesso (dato che è più piccolo). Ma qusto è nulla: la tragedia è alle porte.

h 20.40 Ova: “Mamma andiamo a casa! Hossonno! Vojo iNNanna!”

“Sì, Ova amore di mamma, un secondo che la mamma finisce di parlare con il nonno”

h 20.42 THE TRAGEDY: Ova: “Maaaaammma maaaamma hossonno!” Inizia ad agitare la testa avanti indietro e, con gioia degli astanti, la sua fronte va a piantarsi sullo spigolo acuminato del tavolo su cui stavamo guardando la pianta della casa nuova.

Il rumore che si è udito è stato: pglitch

Un buco in fronte.

Un lago di sangue.

h. 20. 43 Via al cantiere emergenze. In una frazione di secondo prendo in braccio una Ovasoda ululante con tanto di bocca spalancata con Pycho che, curioso, la guarda placido e divertito mi dice: “Mamma, che bello, si vede l’epiglottide di Ova!”

Corro in bagno, le lavo via il sangue dalla ferita, dalle sopracciglia, dagli occhi, dalla bocca, dalla faccia. E’ un taglietto piccolo ma bello profondo. Lascio Psycho dai nonni e porto Ova in casa: è in preda a una crisi isterica, la sua voce da cornacchia strozzata è l’unico rumore forte che si ode nella nebbia fitta di Settimo Milanese, nel raggio di 10 km: “Noooo noooo aaaaaaahhhhhhhhh noooo il sangue noooo il sangue aaaaaahhhhhhhhh noooo il cerotto nooooo nooooo il cerotto naaaahhhhhh nnaaaaaahhhhhhh”.

Io non riesco a trattenere risate sporche di schizzi di sangue. Povera Ova. Comica anche nella tragedia.

h.21.15 Ova è pulita, disinfettata, cerottata, cambiata (il sangue era anche sulla canottiera e le mutande). Ha ancora il magone e ogni tanto sospira, con fare tremulo. Vuole la mamma, solo la mamma nient’altro che la mamma. La vuole  ma la schifa (come fa suo padre), quindi non si stacca da me ma si lamenta di tutto ciò che faccio e si ribella ad ogni ordine. Per riuscire a farle fare la pipì ho risvegliato la mia sciatica che dormiva da anni, sedendomi con lei sul bidè per tenerla ferma. Per lavarle i denti ho rischiato di infilzarla con lo spazzolino nel plesso solare. Un’anguilla elettrica sbidoneggiante.

Il Pata, mentre mi affanno, passeggia avanti e indietro nel corridoio innervosito, guardando l’orologio.

h. 21.30 I nonni, senza colpoferire, bussano, aprono la porta e depongono Psycho sull’uscio, telando le tende immantinente, chiudendosi alle spalle la porta, senza neanche salutare. La scena che mi si para davanti è spaventosa: Psycho è molle, mollissimo, sulla porta, ha gli occhi a mezz’asta e sta praticamente dormendo in piedi.

h. 21.40 Dirigo i lavori su Psycho, un cantiere: denti, pipì, pigiama. Anche Psycho, chiaramente vuole solo la mamma, dato che la sua mamma ha in braccio una cozza con un buco in testa, con sopra un cerotto da cui continua ad uscire sangue, che gli sta rubando la scena. Comincio ad essere un po’ stressata.

Nel mentre, il Pata comincia a fare una cosa che mi fa imbufalire, mi fa imbestialire, mi fa perdere le staffe senza speranza: inizia a pormi domande difficilissime mentre cerco di venire a capo del gomitolo di bambini.

Domanda difficile UNO:“E adesso, secondo te, cosa vuol dire sta cosa che ci hanno mollato Psycho e se ne sono andati?” Pausa. Non rispondo.

Domanda difficile DUE: “Vuol dire che danno per scontato che non si va al falò?” Pausa. Non arrivando risposta, insiste:Lo hanno riportati qui, hai capito? Senza dire nulla!”. Voglia di impegnarmi nella risposta assecondandolo o di iniziare una conversazione ZERO.

Domanda difficile TRE: “E quindi’ Cosa facciamo Codi? Eh? Che faccio? Vuol dire che anche stasera, per il 5° anno consecutivo io mi perdo il falò al bosco?”

Il mio sguardo arde di odio puro. Non rispondo.

Inizio il mantra, respirando a fondo:

“E’ un uomo, non puoi pretendere. E’ un uomo, non può capire. E’ un uomo, non ci arriva. E’ un uomo, non vede al di là del suo naso. E’ un uomo, è egoista… … … E’ un uomo, non puoi pretendere. E’ un uomo, non può capire. E’ un uomo, non ci arriva. E’ un uomo, non vede al di là del suo naso. E’ un uomo, è egoista… … … E’ un uomo, non puoi pretendere. E’ un uomo, non può capire. E’ un uomo, non ci arriva. E’ un uomo, non vede al di là del suo naso. E’ un uomo, è egoista… … … E’ un uomo, non puoi pretendere. E’ un uomo, non può capire. E’ un uomo, non ci arriva. E’ un uomo, non vede al di là del suo naso. E’ un uomo, è egoista”.

h. 22.00 Psycho sotto le coperte: “Mamma tienimi la manina”. Ova sotto le coperte: “Anche a me, tienimi il piedino di pocco”. Esce il piede grasso e puzzone dal piumotto. Si rilassano e si addormentano in battuta. Li osservo, sono proprio due pulcini. Uno dei due è un pulcino con un buco in testa.

h. 22.05 Sono ancora in stanza con i bambini. Non ho davvero voglia di confrontarmi con un Pata deluso. Fuori, nessun rumore.

h. 22.10 Esco dalla stanzetta, intravedo il Pata sul divano, in posizione tragedia: testa sulla mano, occhi chiusi. Alza lo sguardo, tristissimo. Mi fa un po’ pena, non c’è che dire. “Sta lì sul divano, Pata, elabora il tuo lutto. Io farò tutto il resto, come al solito!”.

Doveva essere un falò invece era un divano.

22 risposte a "Tragedy (Doveva essere un falò invece era un divano)"

  1. ahahahahahahahahaha

    e….ahaaaaaaaaaaaaaaahahahahahah

    e ahahahahahahahaahahaha
    o mamaaaaaa ahahahahahaa

    storie di vita più che quotidianaaaa

    C’è qualcuno che ha un bel martello x abbattere il mulino white??

  2. gli uomini hanno altre priorità, qualunque cosa succeda, e non riescono a soddisfare la priorità, sappi che la colpa è tua! bada bene che se non condividi la loro sofferenza sei pure una insensibile stronza! che dobbiamo fare… XD

  3. Quando finirò di ridere criverò….povera Anita amore (ma ora so che sta bene)…ma la faccia di Cri …no no, non riesco a trovare la paola, rido solo al pensiero!!! ahahah (NON FARLO LEGGERE A LUI, MI RACCOMANDO)

    • No, vabbé, Cri, aveva lo sguardo perso nel vuoto, dovevi vederlo, faceva davvero pena, non ero ironica nel post che ho scritto. Mi si stringe il cuore a pensare che ha rinunciato ad una cosa a cui teneva molto… però le domandine a me poteva risparmiarsele…

  4. cara annalisa…che dire…sto ancora ridendo…e se penso che anche qui, in casa alberga, capita più o meno tutto ciò…forse è meglio che mi metta a piangere!!! ahahahahha….beh, se vi consola, non siamo andati nemmeno noi!Luca:”ma và! andare stasera? con sta nebbia? con sto freddo? e poi i bambini si ammalano? no no! divano e poi a nanna!” (i bimbi non stanno molto bene di loro e la ludo ha pianto e rognato fino alle 00.30, quindi divano=relax….ciao!!!….senti maaaaa…non possiamo chiedere al comune se cambiamo il santo o se sto benedetto falò si può fare quest’estate? ahahaha….ho un vago presentimento che la fam. alberga salterà anche quello dell’anno prossimo!!! che fatica essere genitori!baci baci chiara!

  5. Mi hai fatto morire dal ridere e naturalmente mi sono ritrovata totalmente nei tuoi pensieri sugli uomini: _E’ un uomo, non puoi pretendere. E’ un uomo, non può capire. E’ un uomo, non ci arriva. E’ un uomo, non vede al di là del suo naso. E’ un uomo, è egoista…
    Però da un lato bene che i suoceri se ne siano andati senza proferire parola…i miei sarebbero rimasti ad oltranza, senza dubbio oltre al necessario, cercando di distrarre mia figlia, per evitarle di pensare al fattaccio appena avvenuto, con un effetto devastante sui nervi della piccina e sui miei…

  6. Che disdetta che la mia donna non si limiti a liquidare i miei errori, i miei egoismi e i miei comportamenti disumani con un semplice “è un uomo”!

    Pensare che la mia si ostina a rimproverarmi, a stimolare la mia percezione dei suoi bisogni, a dialogare con me e cercare di rendermi una persona migliore… dovrei dirle di fare come voi, rassegnarsi alla mia natura innata di bestiolina ed infine provare pure pena per me, se non ottengo soddisfazione ai miei bisogni primari in barba alle sue esigenze…

    • Se posso permettermi, vorrei dire che ci sono momenti/situazioni in cui non si riesce a dialogare a spiegare…nonostante la buona volontà, è difficile se non impossibile.
      Mi pare che la ns. amica infatti fosse molto impegnata a soddisfare le esigenze ed i bisogni primari di due piccoli esserini che reclamavanon le sue cure e attenzioni.
      Dato il contesto, quindi, chiederle di rispondere a domande di “tale spessore” mi pare fosse davvero troppo.
      In certi casi il silenzio è d’oro e spazio ai pensieri intimi, credimi, aiuta.

      • Scusa Luca, se insisto ancora e sono un po’ indiscreta, (si fa per parlare e prometto che dopo questo commento non scrivo più)…ma avete figli?
        Perchè i figli fanno molto la differenza in un rapporto di coppia….
        Non dico altro, prometto!

      • Ma certo! Non volevo giustificare il marito, anzi, il contrario: io infatti condanno Lalaiza (condanno si fa per dire, la prendo in giro più che altro) perché a fronte del comportamento del Pata che io non condivido affatto lei sembra voler giustificare il consorte, liquidando il tutto con un “tanto è un uomo”!! Del resto sto commentando un post scritto, di sicuro la realtà è ben diversa e ricca di diverse sfumature, ma mi sono sentito in vena di prendere in giro la Laiza! :D :D

        Non sono ancora sposato e non ho figli e, se in futuro ne avrò, non posso garantire che non mi comporterò allo stesso modo, anzi, è pure probabile! Ma sono sicuro che la mia attuale donna, se diverrà mia moglie, in uno scenario come quello descritto al termine della storia, non si limiterà a guardarmi con pena ma sarebbe così gentile da concedermi il mio falò… un falò tutto personale, creato da una tanica di benzina e dal divano stesso, con la mia persona sopra!

        Una tale reazione io, da uomo pentito, la preferirei: è vero che noi maschi a volte abbiamo comportamenti incomprensibilmente trogloditici, ma una donna al nostro fianco serve anche per farci capire che stiamo sbagliando, non per compatirci e liquidare il tutto con l’odiosa frase fatta “tanto è un uomo”… Sta a noi poi capire, comprendere e diventare migliori!
        Non voglio fare polemica, ripeto che la storia è sicuramente un bozzetto della realtà, ho voluto esprimere una mia opinione e prendere un po’ in giro la Laiza, spero di non aver offeso nessuno!! :D :D

      • Ahhahaah grande Serena, così ti voglio, COMBATTIVA!!!
        Non scusarti!
        :-D
        Mo’ gli rispondo io a questo.

        Caro Luca, ora ti prendo in giro un po’ io tanto siamo avvezzi allo scherzo io e te (;-P):

        Purtroppo ti devo fare delle domande (per me retoriche, dato che un pochino ci conosciamo):

        – La tua donna ha figli per cui, secondo me per istinto naturale, in genere ci si dimentica delle proprie esigenze di fronte alle loro?
        – La tua donna non riesce a fare più di due pasti completi seduta alla settimana, in pace?
        – La tua donna sta studiando con tanto di tirocinio e esami mentre fa un lavoro che la vede fuori casa ogni giorno?
        – La tua donna sta con te da più di 11 anni?
        – La tua donna lavora regolarmente fuori casa ogni giorno per almeno 6h?
        – La tua donna avvia e stende almeno due lavatrici dopo le 23.00 un giorno sì e uno no?
        – La tua donna piega e/o stira almeno sei lavatrici di roba per tre persone ogni domenica mattina?
        – La tua donna cucina ogni sera dopo che ha fatto la pallina sui mezzi pubblici in giro per la città per lavoro per oltre 8 ore?

        Se almeno a tre (non dico a tutte) di queste domande hai risposto “no”, allora, visto che sei intelligentino, capirai da solo perché, ad oggi, la tua donna ha la forza di discutere con te per far valere le sue esigenze. E per farti illudere che la funzione di una donna a fianco di un uomo troglodita, serva a rendere il suo uomo migliore.

        Ciao Luchissimo, tu comunque non sei un troglodita, Serena, garantisco!
        *smack* :-D

      • E va bene, va bene! Hai vinto tu!

        Uff, ora sono completamente disilluso, ecco! Contenta?! Resterò troglodita per sempre! Nessuna donna potrà mai migliorarmi! Che tristezza!

  7. Mannaggia! Mi dispiace per il falò!
    E anche per il buchino in testa di Anita!
    Io non ho figli…e ancora non ho un marito con i figli, che mi sembra la cosa peggiore!
    Ma, intanto, imparo da te!

  8. Sorvolo sul discorso del marito, perché per fortuna mi trovo accanto un uomo che ha quasi il cervello da donna!
    Invece sul piccolo incidente domestico: mi hai ricordato l’ultima volta che il mio piccolo cadendo si è morso il labbro e come al solito gli è uscito un bel po’ di sangue. C’erano amici con noi, ma siccome era già successo e poi siccome riconosco il suo pianto, non mi sono preoccupata troppo, sicura che fosse solo un taglietto, ma la scena è stata comica perché lui mi è corso in braccio e io cercavo di tenerlo a distanza per non sporcarmi la camicia di sangue!
    Ovviamente gli amici (senza figli) sono rimasti un po’ scandalizzati dalla mia reazione…

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