Catena

Riporto qui un vecchio post che scrissi su fb mesi fa (e che citò anche Paola nel suo “erounabravamamma“).

Lo riporto perché è ancora più che attuale… e terribilmente realista… tragico, spaventoso e terrorizzante…

Si definisce con il temine “Catenaquel susseguirsi di eventi imprevisti, spesso disastrosi che, dato un obiettivo finale, tendono a posticiparne la realizzazione fino alla morte per vecchiaia dei soggetti coinvolti.

Gli agenti di tali eventi sopra citati sono, manco a dirlo, i bambini esagitati che abitano a casa mia, meglio conosciuti come i miei figli: Psycho “piedi di Simba” e Ovasoda “Memole piedi di porco”.

Un esempio stereotipico di catena si è verificato proprio ieri sera.

Premessa:
La vita di una mamma nel tardo pomeriggio è scandita da rigidissime scadenze orarie che se non sono rispettate generano caos. Per esempio, dalle 18.30 alle 19.00 la mamma deve tendenzialmente essere lasciata in pace perché deve cucinare e se viene pronto troppo in là oltre le 19, i nani cominciano a “diventare molli” e non si riescono più a issare sul seggiolone.

Il “diventare molli” è una sorta di crisi ipoglicemica che prende principalmente il grande.
Se provi a prenderlo in braccio è un corpo molle privo di scheletro.
Se lo tiri su per un braccino, rischi di staccarglielo o di fare effetto uomo gomma.

Famosissima, infatti, è la frase di Psycho: “Mooommooo, sono molle non posso lavarmi le mani”. La vocale “A” nella parola “mamma”, quando i muscoli facciali del maschio sono fuori uso, non riesce ad essere articolata.

“Mooommooo, sono molle, non posso fare la pipì. Mooommooo sono molle, non posso sedermi sulla sedia… mooommooo sono molle, non posso parlare… Moommooo sono molle mi cade la testaaa…”.

A volte i nani, appena si parte con la cucinanza, giocano ai piedi della mamma. E va bene.

Altre volte l’aiuto principale in questi casi è la TV con un bel DVD.
Tenendo conto che rifiutano di interrompere a metà un cartone (e io sono d’accordo, i cartoni a metà non si lasciano), d’inverno quando fa freddo, se iniziano a guardarla tipo alle 17.30/ 17.45, si può azzardare un Nightmare Before Christmas o un Kung Fu Panda.
Ieri, dato che hanno ampiamente giocato in giardino, decido di concedere loro la TV alle 18.30, Corti Pixar o Video degli zecchini d’oro o una puntata di Pippi Calzelunghe o Lady Oscar o Spank, insomma, ste robe di 20 minuti.

Ore 18.25 Scelti i corti Pixar.
Fico, sono perfettamente in tempo, sono una grande.

“Ragazzi! Prima di iniziare a vedere i cartoni, si fa pipì e ci si lava le manine! Così appena finiscono, si corre di filato a tavola se no poi diventate molli. Ok?”.

Psycho, che per i Corti Pixar si venderebbe sua madre, si fionda con spirito agosnistico in bagno. Fa pipì, lava le mani ed è pronto per i cartoni.

Ore 18.28 Psycho è pronto. Quando mai?
Ova dice da donnina: “No mamma, la pipì non ccappa, io lavo le manine e batta”.
Che fai la obblighi? Certo che no. “Va bene amore mio… quanto sei grande! quanto sei giudiziosa! lava le manine e vai a vedere i tuoi cartoni”.

Ore 18.28 Lavadosi le mani, ova infila deliberatamente la testa da ova sotto il getto d’acqua fredda del bidet (dove io faccio lavare la mani ai nani).
“Ova ma cosa fai???” Memole ride. Con la testa sgocciolante. E corre. Corre per tutta la casa. E ride, felice di essere bagnata di acqua gelida.
“Ova Soda!!! torna qui stai ferma, vieni qui, Ova vieni qui!”.
Arriva piangnucolando ma non vuole farsi prendere: “Mamma sono bagnata. Anche la baggianina! Anche i piedini!”
Se n’è accorta.

Ore 18.35 Ovasoda, dopo un rocambolesco inseguimento durante il quale ha sbidoneggiato 2 volte rischiando di cadere rovinosamente nelle pozze da lei stessa lasciate, è ora nuda, felice, avvolta in una asciugamano gigante tenuta sollevata da terra appoggiata alle mie ossa del bacino, di lato. Con l’altro braccio cerco il telecomando del DVD che Psycho, nel frattempo, ha spento.

Ore 18.45 Psycho, nel tentativo di usare il DVD e di azionare i cartoni, ha fatto cadere il telecomando e le pile sono schizzate via. Anche il coperchio delle pile non c’è più. Cerca, ricerca (il mio pavimento è verde scuro variegato, il pavimento degno di una tomba e non lascia intravedere nulla che ci sia caduto sopra)…
“Mooommooo mooommooo alloLa! I CaLtoni!”
“Amore, non possiamo maneggiare il DVD se non trovo il telecomando, lo capisci questo, razza di essere inferiore maschio idiota? Lo capisci?”
“Mooommooo ma peLché non inizia?”
E Ova da sotto l’ascella: “Mamma mamma allora? I cartoni?”
“Mooommooo mooommooo non inizia!”
Lo trovo. Dio c’è. Trovo la pila mancante, il telecomando, trovo tutto.

Ore 18.55 Asciugo i capelli a Ova, rivesto Ova (a questo punto con un pigiamino che la rende ancora più Memole), cerco di metterle le calze ai piedi ma so già che i piedi di porco amano stare nudi possibilimente su un pavimento sporco.

Ore 18.55 Ova è sistemata davanti ai cartoni con il nanna in mano e due dita in bocca. La crisi ipoglicemica che li rende inutilizzabili e privi di scheletro comincia a dare i primi segnali. Io però, per evitare ulteriori bagni di sangue, vado in giro ad asciugare le pozze d’acqua della palude della mia casa tomba con uno straccio e uno spazzolone. Pozze d’acqua… pericolosissime… ovunque. Che non si vedono. Perché il pavimento è verde nero.

Ore 19.05 La mia mania oraria sta cominciando a farmi provare un certo disagio. Sto per mettere l’acqua nella pentola e… “Mamma! mi sono picciata addosso!”.
Quando mai? Quando mai la femmina si fa la pipì addosso? Non succede mai. Oggi sì, oggi che inizio a cucinare alle 19, Ova, che non ha voluto fare pipì prima, ora si ha una pozza sotto di sé.
Assorbita dal divano nuovo. E lei piagnucola, ancora una volta: “Mamma! sono bagnata”.

Ore 19.15 Anita ha su un pigiamino nuovo e delle mutandine da mangiarsela. I vestiti sporchi di pipì sono nella vasca da bagno. Ora è l’ora del divano. Prendo la spugna, la bagno, la gratto sul sapone di marsiglia e via! Come insegna Amal (la donna delle pulizie della mia mamma).

(ora le seguenti frase le dovete leggere con accento nord africano concitato di una pazza):

“Quanto materasso sporco di pipì, bagna spugna, passala su sapone, vai su macchia e picchia materasso forrrte forrrte
TATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATA!
Così vedi?
TATTAATTAATATATATTATAATATTAATTATATATATATATATA
Così la pipì sale su ed esce”.

Amal è un genio della pulizia. Io no. Il divano è zuppo di acqua, sapone di marsiglia, non riesco a risciacquarlo… puzza di pipì di ovasoda (che odora vagamente di uova di storione marce).
Ma dove £@##§ è Patato? Dov’è? Mi ha detto che doveva rientrare alle 7 dove £@##§ è?

Ore 19.35 DRRRIIIIIINN. Nome sul telefono: Pata. Alzo la cornetta: “Codi, sono stato presissim….”
“Vaffan#@[#” clic.

Ore 19.40 Metto su l’acqua della pasta. Rinuncio all’idea di cucinare il secondo ed esco i tattici piselli, almeno un po’ di proteine le assumono.
Nel frattempo i Corti Pixar hanno già fatto due giri e la scena che mi si presenta quando vado a chiamare i nani di là e la seguente: tutti e due sono sul tappeto, la bocca semi spalancata, gli occhi vitrei fissi sul ciclo del menu del DVD ormai terminato da 10 minuti.
Sembra un film dell’orrore.
La mollezza è arrivata e li ha rapiti! No, mi rifiuto.
Le braccia sono abbandonate lungo il corpicino di entrambi e i piedi di porco sembrano quasi piedi normali. Non hanno più tonicità.
“Bambini!!! E’… ehm… quasi pronto!” (Falso, in realtà manca ancora almeno un quarto d’ora). “Bambini!!!”
Silenzio.
“Ragazzi, allora, conto fino a 3 se non vi muovete e spegnete quella TV poi arrivo e…”
Psycho: “Mooommooo… sono molleeee…”

Ore 20.00
CLIC CLIC
Entra il capofamiglia.
“Ah ma non avete ancora mangiato?”

5 risposte a "Catena"

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